8 marzo e i restanti 364 giorni

Un regalo per il futuro mi viene fatto da Cuba, che presumo come simbolo della data, compreso: IO SONO una delle trentamila persone di Santiago che faranno parte dello studio del vaccino ABDALA nella sua terza fase. “Abdala”, come la drammatica poesia che Martí scrisse all’età di quindici anni, per la Patria.

Come donna, poeta, madre single, studentessa universitaria, redattrice, amica, federata, patriota, vicina di casa…, CUBANA, ringrazio, anche se non sono stata scelta da nessun giudizio di valore se non quello di vivere in un quartiere che ha avuto diversi casi positivi, e do il mio consenso a farne parte. E dove ogni partecipante ha decine di altri qualificazioni, siano esse donne o uomini, nel loro valore primordiale di essere frutti di questa terra.

Credo che la bellezza sia un’arma per la creazione di percorsi. Un fiore nella mano che si congratula, e soprattutto la mano che accompagna. Un versetto per ogni giorno, perché ci sono versetti che confortano e ci sono come frustate. La certezza di essere alla tua altezza e il sogno che tutti possano dirlo. Sapere che altri hanno aperto le porte che ho attraversato, e che ci sono molte altre porte da aprire. Che non porto un fazzoletto verde intorno alla gola, ma so che molti, milioni di persone nel mondo ne hanno ancora bisogno. Che quello che ci può mancare non cancellerà o supererà quello che abbiamo. Che anche così, quando canto la mia realtà di donna, sento nella mia voce le voci di coloro che sussurrano, o gridano, o vengono messi a tacere, o scrivono poesie che nessuno può leggere, o non hanno altro palcoscenico che la strada e l’essere amaro che li acceca.

Prima linea, linea rossa, linea di casa che gli altri non vedono, mani nella terra generosa e nei laboratori e nei governi e nelle istituzioni e nel sottosuolo e nei cieli; parola e azione fatte manto caldo per guarire, e come pugnale per difendere.

Questo è quello che sono per Cuba: DONNA. Proprio come te. Il tuo pari. Il fiore e la mano che lo accompagna.

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