Il 27 aprile del 1937 muore a Roma Antonio Gramsci.

Dopo 11 anni di sofferenze nelle prigione fasciste, il 27 aprile 1937 muore uno dei più grandi pensatori del Novecento. Padre del Partito Comunista Italiano.

Il 27 aprile del 1937 muore a Roma Antonio Gramsci, “uno dei più originali pensatori dei nostri tempi, il più grande degli italiani dell’epoca nostra, per la traccia incancellabile che col pensiero e coll’azione egli ha lasciato” nelle parole di Palmiro Togliatti.

Vogliamo ricordarlo con una lettera che scrisse a sua madre poco prima di essere condannato.

“Carissima mamma, non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna stiano per darmi. Che tu comprendessi bene, anche col sentimento, che io sono un detenuto politico e sarò un condannato politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione. Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini.

Ti abbraccio teneramente. Nino”.

“Vivere significa partecipare e non essere indifferenti a quello che succede”, scriveva l’11 febbraio 1917.  E la sua vita, il suo agire non contraddiranno mai la sua parola.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *