Lavorare uccide

Una ricorrenza inutile, vuota, decisamente ipocrita. Come l’8 marzo e il Primo maggio nella misura in cui resta una giornata celebrata passivamente. Se si condanna senza agire. Se ci si indigna senza cambiare.

Oggi il calendario recita: Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Ieri sono morti tre lavoratori. Domani ne moriranno altri tre. E dopodomani, statisticamente altrettanti. Un multiplo inesorabile. Una marcia funebre in loop da troppo tempo. E noi inermi. Assuefatti all’ineluttabilità. Intrappolati nell’egoismo.

Un settantenne sopra un’impalcatura dovrebbe scandalizzare, come uno studente che usa la pressa invece del compasso, ma la normalità ci rende ciechi. E complici di un sistema infame che non tutela chi lavora. Che strizza l’occhio al profitto e schiavizza la vita al soldo del dio mercato.

Ma il “prezzo” di una persona può essere davvero la sua stessa vita?

Fonte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *