È l’effetto dell’inflazione, una “spesa” che molti definiscono occulta, ma nei bilanci delle famiglie sta diventando sempre più evidente. Mentre i salari restano fermi – in Italia non crescono da 30 anni – il caro-prezzi ha raggiunto a giugno livelli che non si vedevano dal 1986, quando ancora esisteva la scala mobile.
E così in appena 8 mesi, da gennaio a oggi, una coppia con uno o due figli minorenni a carico ha perso, a parità di stipendio, 1.240,8 euro di potere d’acquisto. E le previsioni per l’autunno sono ancora piu’ preoccupanti. Si ipotizza infatti un incremento del 10% sul carrello della spesa e del 100% del gas in bolletta rispetto al trimestre Luglio-Settembre 2022, per non parlare della benzina, + 30%, e del gasolio, +35%. Per un totale di un incremento di spesa pari a 3.454,5 euro a famiglia per il 2022.
Fino ad oggi la sola ricetta proposta da TUTTI i Partiti al Governo guidato da Draghi è UNA MANCETTA di 200 euro una tantum e sconticini sul prezzo della benzina che termineranno a settembre.
Nessun cambiamento strutturale, nessun progetto per far recuperare il potere d’acquisto perso dalle lavoratrici e dai lavoratori. Solo misure tampone “straordinarie” per tenere buoni gli elettori fino alla prossima stangata.
Una sola voce fuori dal coro: quella di Unione Popolare, che come primo punto del programma pone il ricompensare e rispettare il lavoro.
Si parte infatti dall’introduzione di un Salario minimo legale di almeno 10 euro l’ora (1600€ al mese) adeguati ogni anno all’inflazione, per contrastare il lavoro povero (aumentato vertiginosamente soprattutto in Lombardia) e spingere al rialzo tutti i salari, utilizzandolo anche
come mezzo di politica industriale, per muovere le imprese verso produzioni a più alto
valore aggiunto ed uscire finalmente dal ruolo di Hub europeo di manodopera a basso costo nel quale decenni di politiche, o meglio di assenza di politiche industriali hanno relegato il Paese.
Inoltre, in un’epoca in cui la tecnologia ha rivoluzionato i modi, i tempi e i luoghi del lavoro, contribuendo ad alimentare il divario tra chi non ha lavoro e chi lavora 12 ore al giorno, diventa urgente tornare a parlare di riduzione degli orari di lavoro anche per garantire la cura dei diritti plurimi delle persone: lavorare tutti e lavorare meno.
Occorre inoltre rendere nuovamente il contratto a tempo indeterminato la forma contrattuale standard, in primo luogo abolendo il Jobs Act e tutte le leggi che hanno incentivato la precarietà.
Un’Agenda “Robin Hood” qualcuno la chiama. E non potrebbe essere definizione piu’ azzeccata. Unione popolare infatti, proprio come Robin Hood, sa bene dove andare a prendere i soldi e come redistribuirli. Forse è proprio questo che fa così tanta paura.
di Nadia Rosa – Candidata al Senato uninominale Lombardia 04 (Collegio Sesto San Giovanni)
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