Francia. Dopo l’effimera vittoria parlamentare di Macron, la gente è scesa in piazza in tutte le principali città

I leader europei e NATO osservano spaventati quello che sta accadendo in Francia e i nostri media “SlavaUkraini” cercano di dare meno notizie possibili, ma sempre più italiani, vedendo le gesta dei nostri cugini d’oltralpe, stanno comprendendo che abbiamo molto da imparare dal popolo francese, capace di ribellarsi contro quello che ritiene ingiusto.

La riforma delle pensioni è stata definitivamente adottata lunedì dopo la bocciatura delle due mozioni di censura presentate contro il governo, che viene mantenuta per nove voti. La prima, avviata dal gruppo indipendente LIOT con il sostegno della sinistra, ha raccolto 278 voti sui 287 necessari per far cadere il governo di Elisabeth Borne. Il voto non era mai stato così serrato da quando nel 1992 fu presentata una mozione di censura contro quella di Pierre Bérégovoy.

Questo governo “è già morto”, dichiara la leader del movimento, Mathilde Panot, mentre il leader de La France Insoumise Jean-Luc Mélenchon lancia l’appello alla popolazione di «censurare il governo» in qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza.

Il vecchio lupo della politica francese, il marxista Mèlenchon, indiscusso leader del Nuovo Maggio Francese, ha giocato egregiamente le sue carte, convogliando nella protesta (guidata dalla sinistra) la maggioranza della popolazione compresi moltissimi elementi della Destra francese in quanto la riforma delle pensioni intacca gli interessi di tutti i cittadini. Una manovra che ha costretto il leader della destra, Marine Le Pen ad adottare una politica a rimorchio visto che i suoi militanti ed elettori sono scesi in piazza anche senza di lei. «Elisabeth Borne deve andarsene o il Presidente Macron deve dimetterla» ha dichiarato la Signora Le Pen.

All’annuncio dell’effimera vittoria di Macron la gente è scesa in piazza in tutte le principali città del Paese. A Parigi sono state erette dozzine di barricate e si sono verificati vari scontri contro la Gendarmerie sempe meno propensa a reprimere le manifestazioni. I francesi all’insegna «C’est la guerre » (Questa è guerra) hanno bloccato i treni, dato alle fiamme la sottoprefettura di Parigi, eretto dozzini di barricate.

Le proteste si stanno svolgendo anche in altre città. Sono stati eretti blocchi stradali a Rennes, Parigi, Rouen, Bordeaux, bloccato il deposito petrolifero di Verns/Seich, paralizzato i trasporti a Lille e l’aeroporto di Lourdes. Gli slogan sempre più radicali « Abbiamo ghigliottinato Luigi XVI. Attento Macron a non far identica sorte » . I francesi non dimenticano il rischio che rappresenta la NATO, anche se loro hanno la fortuna di non avere basi militari americane nel loro territorio. L’uscita della NATO e NO alla guerra contro la Russia sono rivendicazioni che sono state fatte proprie dal movimento francese. Non mancano slogan beffardi rivolti a noi italiani nel tentativo di farci risvegliare dal letargo indotto dalla nostra sinistra che in meno di 15 anni ha distrutto la maggior parte dei diritti dei lavoratori. «Macron non siamo come l’Italia», urlano i manifestanti. Si parla apertamente di Rivoluzione.

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa emesso da La France Insoumise che incita alla lotta fino alla vittoria. Una vittoria che sta andando oltre la richiesta del ritiro dello scellerato progetto pensionistico per giungere alla messa in discussione del Presidente, del Governo e dell’intero sistema capitalistico.

«La mozione di sfiducia ha perso per solo 9 voti. Elisabeth Borne e il suo governo si stanno quindi offrendo una tregua effimera. Ma la dimostrazione è chiara: Macron e la sua corte sono appesi a un filo! Ora è il momento della censura popolare. È attraverso le manifestazioni e lo sciopero che possiamo vincere. Già nel 2006 il progetto di riforma delle pensioni, approvato in vigore da un 49.3, dovette essere ritirato sotto l’effetto della mobilitazione popolare.

Questa lotta sociale è ora accompagnata da una più ampia lotta per la democrazia. Un solo uomo non può brutalizzare un intero paese e disprezzare l’opposizione di oltre il 90% dei francesi e di tutti i sindacati. Chiediamo ai francesi e ai francesi di partecipare a tutte le iniziative di mobilitazioni, scioperi e blocchi con in prospettiva la giornata di manifestazione di giovedì 23 marzo all’appello dell’intersindacale. Chiediamo la solidarietà di tutti agli scioperanti che sono in prima linea in questa lotta attraverso fondi di sciopero e raccolte di solidarietà.

Mettiamo in guardia contro l’irrigidimento autoritario che da diversi giorni si abbatte su manifestanti e scioperanti. Non ci faremo intimidire da coloro che lottano per la democrazia. Un solo uomo non può brutalizzare un intero paese e disprezzare l’opposizione di oltre il 90% dei francesi e di tutti i sindacati. Chiediamo ai francesi e ai francesi di partecipare a tutte le iniziative di mobilitazioni, scioperi e blocchi con in prospettiva la giornata di manifestazione di giovedì 23 marzo all’appello dell’intersindacale. Chiediamo la solidarietà di tutti agli scioperanti che sono in prima linea in questa lotta attraverso fondi di sciopero e raccolte di solidarietà.

Mettiamo in guardia contro l’irrigidimento autoritario che da diversi giorni si abbatte su manifestanti e scioperanti. Non ci faremo intimidire da coloro che lottano per l’interesse generale e difenderemo le nostre libertà fondamentali di manifestare e scioperare.

La vittoria è a portata di mano. Mobilitiamoci fino al ritiro!»

Fonte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *